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Forme di energia generate da fonti che per loro caratteristica intrinseca si rigenerano in tempi brevi come il sole, il vento, l’acqua, le biomasse, la geotermia e tutte le fonti assimilabili.

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Ricerca e Sviluppo dell'Idrogeno

ALL’ESTERO:

I principali Paesi industrializzati nel mondo, in particolare Stati Uniti, Giappone, Unione Europea hanno tutti programmi di ricerca e sviluppo in corso, sia a breve che a medio termine, finalizzati a perfezionare la tecnologia delle celle e ad introdurre lo sfruttamento dell’idrogeno nella produzione di energia nel giro di alcuni anni.

A livello europeo, nell’ottobre 2002, è stato costituito un gruppo di esperti composto da rappresentanti di grandi industrie del settore automobilistico ed energetico, dei servizi pubblici, di istituti di ricerca, con il compito di definire un programma e le priorità per promuovere la diffusione e l’utilizzo dell’idrogeno.

Nel giugno 2003 a Bruxelles è stato da questi presentato un documento sulla “Visione Europea” che, di pari passo con lo sviluppo delle celle a combustibile e delle tecnologie correlate, prevede che intorno al 2050 l’idrogeno prodotto da fonti RINNOVABILI rivestirà un ruolo importante nella produzione di energia.

IN ITALIA:

In Italia, da un punto di vista energetico, la disponibilità di un vettore flessibile e pulito prodotto a partire da fonti diversificate, sia fossili che RINNOVABILI, è di estremo interesse per il nostro Paese, vista la sua dipendenza dalle importazioni di gas e di petrolio e l’estrema vulnerabilità del sistema elettrico in caso di aumento dei consumi o di difficoltà di importazione dell’energia.

Analogo interesse rivestono i risvolti ambientali connessi con tale scelta che potranno favorire il conseguimento degli obiettivi previsti dal PROTOCOLLO DI KYOTO(1) e dare un contributo significativo
alla riduzione dell’INQUINAMENTO locale. In particolare l’impiego dell’idrogeno nei trasporti contribuirebbe a migliorare la qualità dell’aria nei centri urbani che, nonostante i grandi progressi realizzati e attesi nei veicoli convenzionali e nei relativi sistemi di abbattimento, ancora presenta delle criticità (smog fotochimico, particolato, poliAROMATICI, ecc.).

Infine, per ultimo ma non ultimo, tutti questi benefici si combinano anche con gli interessi dell’industria nazionale: l’essere presenti nel mercato che si aprirà di qui a pochi anni è indispensabile per aspirare a una posizione competitiva in questo business.

D’altra parte, gli ingenti investimenti necessari richiedono il coinvolgimento attivo e convinto dei principali attori nazionali interessati (governo, società energetiche, industrie, utenti, strutture di ricerca); inoltre le numerose competenze necessarie e i diversi interessi coinvolti devono essere gestite in un quadro organico e unitario, che persegua in maniera coordinata obiettivi di interesse strategico per il Paese, avvalendosi anche di collaborazioni internazionali.
L’Italia si è impegnata per il 6,5%.


Riassumendo, le attività previste in Italia per il breve-medio termine riguarderanno:

1 per la produzione:

la generazione di IDROGENO pulito a partire da combustibili fossili;
la valutazione e la fattibilità delle opzioni disponibili per il confinamento della CO2;
la produzione da fonti RINNOVABILI, in particolare dall’energia solare;
la messa a punto di sistemi di trasporto e DISTRIBUZIONE; la creazione di una rete di infrastrutture e di STOCCAGGIO;

2 per l’utilizzazione:

la generazione di energia elettrica stazionaria, sia centralizzata in impianti di taglia industriale, sia distribuita in sistemi portatili e per utenze familiari;
lo sviluppo di autoveicoli funzionanti a idrogeno.


(1) Il PROTOCOLLO DI KYOTO del 1998 prevede che tutti i Paesi industrializzati si impegnino a ridurre, per il periodo 2008-2012, il totale delle emissioni di gas ad EFFETTO SERRA almeno del 5% rispetto ai livelli del 1990.

Tratto da ENEA "Idrogeno. Energia del futuro"