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Emissioni di gas serra dai trasporti: esistono soluzioni o tutti in bicicletta? - Agi Energia -

È probabile che molti, se non tutti, i lettori di questo pezzo possiedano una macchina così come i loro familiari. In Italia ci sono 600 macchine ogni 1000 abitanti (la più alta densità in Europa dopo il Lussemburgo!) e il numero è destinato ad aumentare sia a livello nazionale, che Europeo e Mondiale.

Questo pezzo, dunque, si pone l’obiettivo di illustrare brevemente i dati riguardanti le emissioni di GAS SERRA derivanti dal settore del trasporto e, in conseguenza, di spiegare le attuali politiche in atto al fine di regolare e limitare tali emissioni. Vista l’ampiezza dell’argomento, ci concentreremo soprattutto sul trasporto personale terrestre.

Il settore dei trasporti (sia terrestre che aereo e marittimo) è responsabile in Europa del 21% di tutte le emissioni di GAS SERRA e questa quantità è in continuo aumento [COM(2006) 34, A EU Strategy for biofuels].

A livello mondiale le cose non vanno molto meglio e i trasporti sono responsabili per circa il 20% di tutte le emissioni serra del settore energetico [World Energy Outlook 2006, IEA].

Con lo sviluppo economico galoppante di Cina e India, è prevedibile, e si sta già verificando, che sempre più persone aspirino e si possano permettere quel livello di benessere che il mondo occidentale conosce già da cinquant'anni e che include automobili per trasporto personale (a oggi in Cina e India la media è di circa 7 macchine per 1000 abitanti) e viaggi sempre più frequenti.

La figura seguente, mostra la vendita di automobili (in milioni di unità) per i paesi in via di sviluppo e resto del mondo.

Sebbene i numeri esorbitanti in gioco, si pensi, però, che le peggiori performance spettano comunque ancora alla più grande “potenza” occidentale: gli Stati Uniti d’America! Fa sorridere la “battaglia” recente del neo-Presidente Obama per innalzare i “fuel economy standard” dagli attuali 27.5mpg (pari a 11.7km/l) a 35mpg, pari solamente a 14.9km/l che se convertiti equivalgono a circa 250 gCO2/km! Si pensi che gli attuali standard per autovetture in Cina prevedono già un consumo massimo obbligatorio di 35mpg (grafico sottostante).

 

Per non parlare degli standard europei (figura sottostante) per i quali si punta a raggiungere un massimo di emissioni di 130 gCO2/km per il 2012 ma già la media dei nuovi veicoli si aggira intorno ai 160 gCO2/km.

La situazione attuale e le prospettive future, dunque, non lasciano molto spazio all’ottimismo anche perché una politica energetica in ambito di trasporti personali influenzerà direttamente miliardi di persone e veicoli.

Inoltre non si deve dimenticare che qualsiasi politica energetica non può andare a intaccare il livello di benessere dei cittadini e che quindi il problema non può essere risolto semplicemente chiedendo alle persone di viaggiare meno o di non usare la propria macchina!

Le misure disponibili, e già in parte attuate, per contrastare le emissioni si possono raggruppare in tre principali categorie:

  1. Disincentivare l’uso: Compatibilmente con quanto affermato sopra, è possibile cercare di “educare” le persone all’uso dei mezzi pubblici e una leva importante nelle mani del regolatore è sempre quella economica. Perciò rientrano in questa categoria per esempio le accise sui carburanti fossili, l’incremento di parcheggi a pagamento e l’aumento delle tariffe, la promozione del carpooling con pedaggi ridotti per chi viaggia in più di una persona sulla stessa macchina. La congestion tax a Londra e l’EcoPass a Milano, per esempio, rientrano pure in questa categoria. È ovvio come tutte queste misure diventino efficaci solo se applicate con una rete di trasporti pubblici adeguata oppure re-investendo gli introiti aggiuntivi nel miglioramento delle apposite infrastrutture per mezzi pubblici.
  2. Promuovere l’Efficienza: Come spiegato in precedenza, ci sono ancora molti margini di miglioramento in termini di EFFICIENZA sia nei trasporti terrestri che aerei e marittimi. Si pensi che a tutt’oggi l’efficienza di un motore a combustione interna è di circa il 20%! Un aumento dell’efficienza del parco macchine nazionale porta notevoli vantaggi sia a livello ambientale (macchine nuove consumano e inquinano meno) che energetico (l’aumento a 35 mpg ipotizzato negli USA porterebbe un risparmio di 2 milioni di barili di petrolio al giorno!). In questa categoria cadono per esempio i limiti per legge sulle emissioni di CO2 (http://ec.europa.eu/environment/air/transport/co2/co2_home.htm) come approvato in Dicembre 2008 dal Parlamento Europeo, ma anche gli incentivi statali per la rottamazione di auto obsolete. Quest’ultimo provvedimento ha anche il merito di incentivare l’industria automobilistica.
  3. Nuove Tecnologie: Una evoluzione delle tecnologie e dei combustibili per trasporto terrestre porterebbe evidenti benefici ma ancora ci sono diverse barriere da superare prima che tali tecnologie possano competere con le attuali.


Mezzi ibridi (motore elettrico+benzina) e ad alimentazione doppia (METANO o GPL e benzina) sono ormai a un livello commerciale tale da poter competere con le macchine ad alimentazioni più comuni col vantaggio di consumi ridotti e di conseguenza emissioni (una Toyota Prius ibrida emette 104gCO2/km paragonato ai 120gCO2/km di una Peugeot 207 o ai 140gCO2/km di una Audi A3 fino all’enorme 358gCO2/km di una Prosche Cayenne!).

In questo senso uno sforzo dei governi con incentivi all’acquisto e ridotta tassazione è probabilmente l’ultima spinta necessaria prima che tali tecnologie conquistino definitivamente una fetta importante del mercato.

Un’ulteriore azione di promozione e di efficace impatto sarebbe il finanziamento di mezzi pubblici ibridi, elettrici o a GPL, ma questo è inspiegabilmente non ancora fra le priorità di molti comuni italiani.

Prospettive a più lungo termine riguardano la graduale introduzione di biocombustibili (argomento affrontato in un altro pezzo su questo sito) e di macchine a celle a combustibile alimentate a IDROGENO o GAS NATURALE.

Questa tecnologia è al centro dello Strategic Energy Technology plan (SEC(2007) 1510) ma è probabile che non si vedano risultati commerciali concreti prima almeno del 2015.

Tratto da Agi Energia