Finora il ciclo dei rifiuti delle città, cioè delle merci usate che - in una città come Roma - produce in ragione di un milione e mezzo di tonnellate all'anno, è stato "chiuso" scaricandoli nella quasi totalità in discariche che si avvicinano alla saturazione, che fra breve non potranno più ricevere altri rifiuti.
La raccolta differenziata detta "multimateriale" è un insuccesso anche perché non si è fatto niente per spiegare ai cittadini come farla.
Il povero Scartì, simbolo dei cassonetti blu, ci vede arrivare dentro di tutto.
Il ciclo dei rifiuti può essere chiuso in due distinte maniere.
La prima è cercare di mettere insieme tutto il materiale combustibile --- carta, plastica, legno, materia organica --- e farne dei pacchi chiamati "combustibile derivato dai rifiuti" o CDR, da bruciare in inceneritori.
Alcuni impianti di CDR sono già in funzione a Roma, altri sono progettati e in costruzione in vista della costruzione degli inceneritori.
L'altra maniera è decidere di non fare inceneritori spingendo la raccolta per separare per quanto possibile la carta da una parte, per avviarla al riciclo, la plastica, il vetro e i metalli, in contenitori separati, chiedendo con coraggio la collaborazione dei cittadini per fare di Roma la capitale europea anche del progresso nel campo dei rifiuti.
E poi raccogliendo la materia organica legnosa e dei mercati che può essere trasformata in additivo per l'agricoltura.
Io sono assolutamente contrario alla soluzione degli inceneritori perché è quella che impedisce una politica della raccolta separata e efficace diretta al
massimo recupero dei materiali presenti nei rifiuti, come vuole la legge.
Perché gli inceneritori, anche se presentati col nome accattivante di "termovalorizzatori", bruciano del pattume compattato, sia pure dopo una parziale frazionamento, pattume che diventa "combustibile", anzi fonte di energia rinnovabile, grazie a furbesche modifiche della legge ottenute, in direzione contraria alle norme europee, dai sostenitori degli inceneritori.
Perché bruciano le frazioni che potrebbero essere riciclate.
Sono contrario perché la composizione inevitabilmente variabile del CDR comporta INQUINAMENTO dell'aria e perché gli inceneritori si lasciano dietro una massa di ceneri (stimabile del 15-25 %) che deve essere smaltita in speciali discariche particolarmente protette.
Proprio perché considero i rifiuti come un insieme di merci usate, sono convinto, come del resto richiede la legge europea e italiana, che una moderna
città può avviare un grande progetto, che la porrebbe all'avanguardia in Europa, mobilitando i cittadini per raccogliere tutte le frazioni riciclabili, incoraggiando nuove attività di riciclo per ottenere merci nuove dalle merci usate, stimolando innovazione e nuova duratura occupazione.
In questo modo la massa destinata alle discariche sarebbe inferiore a quella che è comunque previsto vada inevitabilmente in discarica col piano di CDR e inceneritori.
Alle amministrazioni delle città la scelta fra fare delle nostre città le capitali degli inceneritori o quelle del progresso e del futuro.