Dentro il labirintico Centro Ricerche Fiat di Orbassano (Torino) l’atmosfera che si respira non è delle migliori. L’abitudine era investire parte degli utili in ricerca e sviluppo. E quando gli utili vengono meno? Non resta che sperare nel coraggio di chi vede nell’innovazione l’unica via di uscita.
Ma anche fuori dal Centro Ricerche Fiat l’”atmosfera” non è delle migliori, e fortunatamente qualcuno forse l’aveva già capito qualche anno fa.
È da tempo infatti che numerosi progetti Crf sono orientati all’EFFICIENZA ENERGETICA ed al rispetto dell’ambiente, automobile ad IDROGENO in primis, tanto da rendere a tratti inquietante la scelta della Fiat 500: “l’auto dell’anno”.
Gli stessi criteri di sostenibilità sono rivolti alle ricerche di soluzioni ambientalmente innovative complementari al parco veicolare: ne è un esempio l’ambizioso progetto Polycity.
Un progetto europeo di sviluppo urbano
L’obiettivo, supportato dal programma comunitario Concerto, è di ridurre il consumo del COMBUSTIBILE FOSSILE attraverso edifici energeticamente efficienti e grazie al crescente uso delle fonti RINNOVABILI.
La ricerca scientifica dei diversi team è focalizzata sulle tecnologie del RISPARMIO ENERGETICO, impiegate in particolare su processi
di simulazione per l’ottimizzazione coordinata delle energie RINNOVABILI e per le operazioni legate alla sostenibilità ambientale degli edifici.
Sono supportate rispettivamente diverse forme dello sviluppo urbano in tre città europee: nuovi edifici in un'area ancora poco popolata della periferia di Barcellona, il risanamento di Arquata, trasandato quartiere di Torino, e un mix di sviluppo rinnovabile e nuove costruzioni nel Parco di Scharnhauser, area militare dismessa vicino a Stuttgart.
Era il Bronx, ora è un’isola
Il quartiere Arquata è un quartiere di edilizia sociale che venne costruito negli anni '20 intorno all’omonima Via Arquata, nel pieno centro di Torino.
Ad oggi comprende 42 palazzine per un totale di 900 alloggi. “Era il Bronx qualche anno fa”, sostiene Pasquale Campanile del
Crf, “un quartiere con delle profondissime problematiche urbanistiche, sociali, fatte di carenze di servizi e abbandono edilizio.
Di qui l’idea, seguendo le direttive del Comune che dal 1994 aveva incominciato a rivalutare l’area, di renderlo un modello di sostenibilità energetica, a partire dal proprio approvvigionamento”.
È quindi l’isola energetica uno dei modelli al quale Polycity si riferisce. Tra gli obiettivi esiste dunque la priorità a minimizzare gli scambi con la rete, a meno di convenienze ambientali o esplicitamente economiche.
A tal fine il quartiere è visto come un sistema in cui c’è un aggregato di domanda di energia, analizzato casa per casa, associato ad innovativi sistemi locali di produzione.
“La grande sfida, la grande promessa della DISTRIBUZIONE distribuita”, continua Campanile, “è proprio quella di localizzare la generazione dove sta la domanda in modo da poter fare una sorta di management della domanda, opporsi costruttivamente alla produzione centralizzata aprioristica”.
Domanda ed offerta in diretta
Integrare quindi al meglio le due facce del mercato al fine di renderlo il più locale possibile. Sul lato domanda passivamente (non si è ancora arrivati alla minimizzazione attiva e intelligente della domanda sullo stile home automation domestica), attraverso azioni di isolamento termico, si è risolto con vetri basso emissivi e con un nuovo parco d’ILLUMINAZIONE, mentre sul lato offerta in maniera più attiva, con un’importante rete fotovoltaica (120 kW, per 132 MWh/anno), un impianto di tri-generazione (4.123 MWh/anno elettrici, 4.956 MWh/anno termici, in un totale di 4.250 ore di servizio) e il connesso TELERISCALDAMENTO.
CALDAIE a condensazione continuano ad essere utilizzate nel periodo invernale per coprire il carico di picco sia per riscaldamento sia per Acs.
Gli effetti degli interventi sulla domanda l’hanno fatta calare del 25% per il riscaldamento, dello stesso valore per il raffrescamento e del 10% per l’energia elettrica. Ed ancora più forti sono gli impatti positivi attesi: un risparmio di 7.786 MWh/anno (-43%) in energia primaria con 1997 tCO2/anno evitate (- 52%).
Di qui un evidente risparmio atteso nei costi energetici (30%-40%), una crescita del valore del patrimonio residenziale grazie al miglioramento dell’EFFICIENZA ENERGETICA e un miglioramento della qualità della vita dei servizi per gli abitanti (calor d’ambiente, acqua calda sanitaria, ILLUMINAZIONE delle strade ecc.), oltre all’informazione e formazione riguardante la sostenibilità dei servizi e le condotte sul consumo.
Tratto dalla rivista Soluzioni Tecnologiche, Marzo 2009