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Conservare l’ambiente per salvare l’uomo - Sandro Torcini

Anche quest’anno per la 28esima volta consecutiva l’Italia ha effettuato la sua campagna antartica da metà ottobre 2012 a metà febbraio 2013.
Come sempre l’organizzazione logistica è stata coordinata dagli esperti dell’ENEA PNRA che da molti anni si occupano di attuare il programma di ricerche in Antartide attraverso un sistema che fornisce ai progetti di ricerca tutto il supporto necessario durante la campagna antartica nel rispetto dei piani operativi concordati in precedenza e nel rispetto delle regole internazionali che, attraverso il trattato antartico, salvaguardano l’uomo e l’ambiente.
Il binomio uomo ambiente è indissolubile perché l’uno vive in funzione dell’altro. Questo concetto è ancor più vero in Antartide dove l’ambiente è ancor oggi per la maggior parte incontaminato ma che proprio per questo necessita ancor di più del rispetto da parte dell’uomo e delle attività che esso conduce.
Sappiamo bene quanto gli eventi su scala globale, che in qualche modo possiamo racchiudere in una sola voce “Climate Change”, producano effetti ancora in parte sconosciuti, ma sicuramente sottostimati, sull’ambiente. E l’Antartide è uno dei luoghi nel mondo che più si potrebbe prestare ad uno studio degli effetti che i cambiamenti climatici possono produrre sull’ambiente.
Non è solo l’Italia in Antartide ma più di 40 paesi hanno una o più basi sul continente antartico.
Tutte le nazioni che hanno aderito al Trattato Antartico definiscono l’Antartide patrimonio dell’umanità, un terra di pace e di scienza e si adoperano affinché questo concetto venga mantenuto tale nell’interesse dell’umanità e delle future generazioni.
L’Italia contribuisce all’impegno internazionale per mezzo del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (PNRA) che è stato costituito nel 1985. Fin da allora l’Italia è impegnata in Antartide. Tante sono le ragioni di carattere scientifico che si individuano negli innumerevoli progetti di ricerca che si svolgono in Antartide e che riguardano l’oceanografia, l’atmosfera, l’astronomia, la biologia marina e terrestre, le rocce, le meteoriti, i ghiacci e le acque antartiche e naturalmente l’ambiente.
Un elemento chiave che concorre a definire il ruolo dell’Antartide nella politica mondiale è la denuclearizzazione del continente che in origine non venne legata a ragioni di carattere ecologico, ma soprattutto di un compromesso politico che però ha contribuito al concetto di salvaguardia ambientale dell’Antartide prima ancora che tale concetto divenisse preoccupazione per l’intera comunità internazionale. Questo durante l’ultimo decennio del secolo scorso ha permesso la definizione delle leggi e delle norme che regolano le funzioni ed i comportamenti dell’uomo nelle sue molteplici attività in Antartide. Questi principi sono definiti nel Protocollo di Madrid e nei suoi annessi che individuano l’Antartide come una riserva naturale dedicata alla pace e alla scienza.
Ogni anno al fine di scambiare informazioni e di tenere consultazioni con lo scopo di raccomandare ai propri Governi le misure adottate in ottemperanza dei principi e degli obiettivi del Trattato, le 28 Parti Consultive, insieme alle Parti comunque aderenti al Protocollo di Madrid ed alle altre associazioni internazionali rappresentanti la scienza e l’ambiente, si riuniscono nell’ Antarctic Treaty Consultative Meeting che si tiene a rotazione in uno dei Paesi Consultivi.
Quest’anno il meeting si è tenuto a Bruxelles dal 20 al 29 maggio. Insieme all’importanza dello scambio di informazioni caratterizzata dall’introduzione di nuovi principi per lo Exchange Information System, sono state approvane un considerevole numero di nuove Misure, Decisioni e Risoluzioni.
Il comune obiettivo dei quasi 50 paesi partecipanti era di promuovere una efficiente cooperazione internazionale sulle sfide e le emergenti minacce al continente antartico sottolineando in particolare il ruolo strategico della scienza nelle decisioni politiche sullo studio degli effetti del Climate Change. Questo permetterà di rafforzare la protezione comune dell’ambiente antartico e rendere più efficace la regolamentazione delle attività condotte dall’uomo.
Grande rilievo è stato dato ad un gruppo di lavoro convocato eccezionalmente per fare il punto della situazione riguardo le tematiche connesse con le attività di ricerca e salvataggio in ambiente antartico (SAR).  Quest’anno infatti si sono avuti numerosi ed anche funesti incidenti, nel ricordarli sono state evidenziate le buone pratiche messe in opera e le procedure in uso per il soccorso presentando anche le nuove le tecnologie disponibili per la localizzazione dei mezzi da soccorrere ed è stata enfatizzata l’importanza che i dispositivi di localizzazione, per esempio sulle navi da pesca, hanno per il SAR.
In ultimo ma non certo per importanza ci sono da sottolineare le problematiche inerenti al turismo in Antartide che ormai presenta numeri di tutto rispetto (30-35 mila presenze l’anno). Anche in questo caso era enfatizzato lo scambio di informazioni allo scopo di controllare in particolare la presenza e le attività nei siti di grande interesse turistico e nell’aggiornamento delle linee guida per la regolamentazioni delle azioni permesse in alcuni siti strategici e di grande interesse ecologico ed ambientale.
Allo scopo venivano sottolineate le differenze tra i vari Paesi nell’applicazione delle norme che regolano il turismo all’interno del proprio sistema legislativo in particolare nel caso del turismo di avventura cioè quello organizzato senza il supporto delle organizzazioni governative e quindi a rischio in termini di sicurezza.
Il continente antartico come si evince da quanto sopra riportato presenta una infinità di peculiarità e l’Italia, intesa come sistema paese, è impegnata sia dal punto di vista scientifico che da quello logistico a rappresentare una nazione i cui obiettivi non sono la sovranità territoriale su parti del territorio antartico ( come alcuni paesi rivendicano ), ma bensì il mantenimento della pace, la libertà di ricerca scientifica e soprattutto la tutela dell’ambiente.
Questo per l’Italia e per il popolo italiano dovrebbe rappresentare un obiettivo strategico (e l’Italia spesso dimentica di aver perso molte occasioni proprio sul piano della mancanza di strategia).
Anche per questa ragione l’Italia in Antartide deve esserci anzi va supportata dall’opinione pubblica che spesso non è informata o lo è attraverso una informazione miope anche appoggiata da una classe dirigente in genere priva appunto di una visione strategica.