Viene ora avanzata la “quasi certezza” che il contributo dell’uomo (contributo “antropogenico”), ancor più della CO2 emessa dai cicli naturali che da sempre interessano la terra, sia determinante e aumenti la concentrazione di CO2 nell'atmosfera a livelli molto al di sopra di quelli ritenuti convenienti per il benessere del pianeta. Di qui la necessità di prendere provvedimenti per evitare o mitigare cambiamenti climatici anormali, per studiare e impiegare energie alternative che non producano CO2 (sole, aria, acqua), energie che tra l’altro dovranno essere a punto, insieme ad altre, all’esaurirsi dei combustibili fossili, per diminuire l’INQUINAMENTO e garantire la salute degli individui.
Di tutto questo si accennerà nei paragrafi che seguono. Nel presente si vuol tentare di rispondere alla prima domanda, alla quale poi seguiranno le altre: qual è il consumo attuale di energia del pianeta? Che cosa si può prevedere per il futuro? A queste domande cercano di rispondere con modelli certo criticabili, ma attentamente calibrati nel corso di lunghi studi, i Rapporti annuali che vengono presentati da Istituzioni di studio e ricerca importanti, come l’IEA (World Outlook 2006), l’ENEA (Rapporto Energia e Ambiente 2006). Va detto che i dati, non sono sempre tra loro concordanti, anzi in alcuni di essi si notano differenze anche marcate, probabilmente dovute – come si diceva – ai diversi modelli di calcolo usati per la proiezione. Modelli che devono prendere in esame una serie non indifferente di parametri ed indicatori, a loro volta possibili fonti di errore per dati statistici approssimati.
Non dimentichiamo, infine, la “sensibilità” propria di chi materialmente stila il rapporto. Si è pertanto ritenuto conveniente riassumere alcuni dati più significativi del rapporto dell’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA), peraltro più volte ripresi e commentati dallo stesso rapporto ENEA, per fotografare il problema energetico allo stato attuale, e farsi un’idea di quello del futuro, con la speranza che una nuova coscienza ambientale riesca a piegare l’attuale modello di sviluppo, per renderlo veramente uno “SVILUPPO SOSTENIBILE”.
Da L. Caglioti, L. De Santoli e G. Moncada: "Fondamenti di Sostenibilità Energetico-Ambientale"