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WATACLIC: Gestire l'acqua per fronteggiare il cambiamento climatico

L’uso poco razionale dell'acqua nelle nostre città contribuisce alla crisi idrica e al cambiamento climatico. Oggi utilizziamo più acqua di quella che è possibile prelevare senza causare danni alle falde o ai fiumi. La situazione – già critica – è destinata a peggiorare per effetto del cambiamento climatico. È quindi necessario ridurre i prelievi d'acqua da fiumi e falde. Oggi ogni italiano consuma circa 200 litri di acqua potabile al giorno, ma disponendo di tecnologie adatte sarebbe possibile consumarne meno della metà.
Per diffondere pratiche e approcci di gestione sostenibile è necessario l'impegno non solo dei tecnici che professionalmente operano nei servizi idrici ma di molti soggetti, che vanno dai pubblici amministratori ai cittadini e alle imprese. Lo scopo del progetto WATACLIC (WaterAgainstClimateChange) è proprio la diffusione della cultura e delle tecniche per la gestione sostenibile delle acque. A tal fine il progetto prevede campagne informative specificamente rivolte a tutti gli attori coinvolti nella gestione delle acque.

In Italia (e in molti altri paesi, in particolare nell'Europa Meridionale) per molti mesi ogni anno i fiumi sono quasi asciutti, spesso alimentati quasi solo da scarichi; allo stesso modo le falde sono inquinate e sovrasfruttate. Le previsioni dei climatologi indicano per il bacino del Mediterraneo condizioni di maggiore aridità e irregolarità delle precipitazioni.
Per attuare la Direttiva Quadro sulle Acque e le politiche di "adattamento" al cambiamento climatico è quindi necessario ridurre i prelievi d'acqua da fiumi e falde. La "questione irrigua", ovvero come ridurre i consumi d'acqua per l'agricoltura, è uno dei punti chiave da affrontare. Ma c'è un altro aspetto importante da considerare, in cui siamo tutti più direttamente coinvolti, riguarda la gestione dell'acqua che esce tutti i giorni dai rubinetti di casa nostra. Quest'acqua rappresenta una quota minore dei consumi idrici – in Italia e negli altri paesi che usano molta acqua per irrigazione è circa il 20% – ma è quella che richiede la qualità migliore, qualità che in genere hanno solo le acque sotterranee o di sorgente.
Non solo: l'acqua usata nelle nostre case è spesso ancora la principale causa dell'inquinamento dei fiumi e delle falde, anche quando riusciamo a farla passare attraverso un depuratore prima di scaricarla.
Non solo: per garantire una fornitura idrica di 200 litri/abitante/giorno bisogna prelevarne dall'ambiente più di 270, perché in media il 37% si perde per strada.
Infine prelevare, potabilizzare, distribuire, raccogliere e depurare questi ingenti volumi d'acqua e di scarichi costa molto sia in termini economici che energetici: l'industria dell'acqua conta per circa il 2% del totale dei consumi energetici nazionali.

In sintesi: ridurre i consumi domestici, le perdite e i prelievi idrici fa 3 volte bene all'ambiente:
* lasciamo più acqua in fiumi e falde
* produciamo meno inquinamento idrico
* consumiamo meno energia

Ma come è possibile migliorare la gestione delle acque nelle nostre case e città per ridurre i consumi e i prelievi?
Soluzioni semplici per il risparmio idrico domestico: dai frangigetto, agli sciacquoni con scarico differenziato, agli elettrodomestici a basso consumo idrico.
Edifici "ecosostenibili": chi ha detto che per scaricare un WC, per irrigare il giardino o lavare l'auto sia necessaria acqua potabile? Gli impianti idraulici delle nostre case sono concepiti come se l'acqua fosse infinita. Un edificio "ecosostenibile" – che ricorre alla raccolta della pioggia e al riuso delle acque grigie (quelle che provengono da lavabi e docce) per gli usi meno esigenti - riduce a meno della metà i consumi di acqua potabile (e l'energia necessaria per prelevarla, trattarla, distribuirla…).
Reti idriche e sistemi di smaltimento e depurazione più efficaci ed efficienti: molte sono le tecniche che permettono di ridurre le perdite della rete idrica (risparmiando anche molta energia), ma esistono anche soluzioni che facilitano il trattamento decentrato (e l'eventuale riuso) degli scarichi o che permettono di gestire le piogge minimizzandone gli effetti negativi.

 

01/07/2010

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