Trova le risposte!
Un viaggio esclusivo all'interno dell'energia, concepito e realizzato attraverso nuovi strumenti e linguaggi dove si stimola l'interesse e la creatività dei visitatori.

Altri articoli della stanza Ecologia

Creato da Giuseppe Sallemi « clicca sul nome per leggere il curriculum dell'autore

Galium aparine e urtica dioica - Giuseppe Sallemi -

Introduzione
Iniziare un nuovo percorso non sempre  è una cosa agevole, anzi a volte è pieno di dubbi e di perplessità. Ma quello che descriverò nelle prossime pagine è invece un cammino ideale, direi una passeggiata su un sentiero amico e conosciuto ma che aveva bisogno di immagini per essere descritto, comunicato e fissato nel tempo, nonché di alcuni approfondimenti per essere finalizzato.

L’utilizzo di ogni pianta verrà descritto sia per l’uso che si può fare direttamente per il proprio stare bene, sia in prodotti per il proprio benessere, ed, ove possibile, utilizzandoli per la cura di altre piante. Ho immaginato, di percorrere periodicamente questo sentiero e fermarmi a riflettere sulle piante facilmente individuabili o conosciute, indicandone il loro utilizzo, prendendolo in parte dalla bibliografia in parte da esperienze personali.

Molte delle specie che saranno descritte sono delle “cosiddette” infestanti, ossia quelle specie che invadono i campi e le colture, sottraendo degli elementi nutritivi ed acqua ed a volte soffocandole direttamente. Altre sono delle specie conosciute sia erbacee che arboree le quali non hanno una sola utilizzazione ma tantissime. Tale utilizzo non può essere sfruttato commercialmente, nella maggior parte dei casi, ma ognuno di Noi, per fini ed utilizzi personali, può valorizzarle convenientemente. Tante gocce, se costanti, formano un fiume. Il fiume del nostro benessere e della nostra salute.

Galium aparine
  

La pianta del mese di marzo su cui ci soffermiamo è il: Galium aparine.
Pianta molto delicata, ha un fusto esile che si strappa facilmente. E’ una infestante sopratutto dei terreni non lavorati, o delle superfici più difficili da raggiungere con gli attrezzi di lavorazione. Ordinariamente ci accorgiamo di questa pianta alla fine del suo ciclo vegetativo, in quanto passeggiando al bordo dei campi i semi si attaccano sugli abiti. Ma in questa fase la pianta non è più utilizzabile ai fini erboristici, ma svolge la sua funzione riproduttiva.

Il Galium aparine, è una pianta erbacea annuale, ascendente o strisciante che si arrampica molto facilmente ad altre piante. I fusti sono molto ruvidi e sono muniti di piccoli uncini. Denominato anche: attaccavesti. Le foglie possono essere lineari lanceolate o ellittiche, ruvide al tatto, munite di piccoli uncini. I fiori, di colore bianco, sono molto piccoli, ermafroditi, riuniti in cime ascellari.

Appartiene alla famiglia delle Rubiaceae. Il periodo di vegetazione varia in maniera sensibile in rapporto all’altitudine oltre che alla latitudine. Nelle zone costiere ha un ciclo prevalentemente autunno-vernino.  Infatti in primavera la pianta entra in fioritura e nel mese di maggio fruttifica e conclude il ciclo biologico. Varia invece con la altitudine, ed ha prevalentemente un ciclo primaverile-estivo.

Il periodo balsamico migliore (concentrazione dei principi attivi) è all’inizio della fioritura. In tale periodo si prepara il succo di Galium. Prendere i fusti, frullarli ed estrarne il succo. Il succo può essere conservato in glicole  ed utilizzato in base alle proprie necessità sulla pelle da solo o in associazione con altri rimedi, ma può essere utilizzato direttamente sulle macchie delle pelle. Il succo in glicole può entrare nella preparazione di creme per curare o prevenire le macchie della pelle. Il succo può essere anche conservato in alcool a 40 °C.

La pianta fresca, durante tutto il ciclo vegetativo, preferibilmente nei giorni di foglia del calendario biodinamico,  si utilizza per preparare delle tisane. La tisana, come riportato in bibliografia,  è depurativa  di reni e fegato. Per la Tisana: raccogliere  2-3 fusti molto teneri (per ogni tazza da Tè). Portare ad ebollizione  un tazza di acqua quindi immergere il prodotto raccolto e spegnere il fuoco. Si possono berne una o due tazze al giorno, per periodi settimanali, possibilmente distanziati di una settimana. La pianta fresca, soprattutto la parte apicale più tenera, può essere utilizzata anche come insalata e così beneficiare della vitamina C contenuta, o utilizzata cotta come contorno.

Essendo una pianta caduta in oblio non esiste una adeguata bibliografia in merito, quindi, è meglio tarare l’impiego  in base  alla propria esperienza. Per ulteriori informazioni collegarsi ai siti internet che trattano in particolare la pianta. Per questo nell’articolo presente non sono state ripetute le informazioni che si possono trovare sul web.  Ma esso ha lo scopo di attirare l’attenzione su questa pianta non tenuta oggi nella giusta considerazione. Sopratutto  per i vari aspetti di alimentazione e di integrazione nella cura della propria persona.

Urtica Dioica L.
  

Questa pianta non ha bisogno di presentazioni.
Chi non conosce la Ortica e chi non ha avuto almeno una volta un pungente incontro ravvicinato. Ma l’ortica se conosciuta meglio è una pianta meravigliosa e da rispettare e curare. Pianta anche molto delicata biologicamente, infatti essendo annuale, una raccolta indiscriminata porta alla sua scomparsa dall’area. Quindi occorre sempre lasciare qualche pianta che possa arrivare a produrre seme per la riproduzione negli anni successivi.

La pianta è soprattutto conosciuta per i suoi peli urticanti, ma tutte le piante che hanno sviluppato questa capacità è perché altrimenti sarebbero state indiscriminatamente raccolte o pascolate nel tempo. Quindi sono delle piante con delle caratteristiche alimentari deliziose. Nel caso dell’ortica come non pensare al risotto alle ortiche, un piatto delizioso e ricco di principi attivi alimentari che sta ritornando di moda, ma che per decenni è stato dimenticato. L’ortica contiene  flavonoidi, carotenoidi, amine, vitamine, tannini, mucillagini, acido formico, sali minerali, ecc.
 
Da un punto di vista botanico appartiene alla famiglia delle Urticacee. Ha un ciclo autunno vernino. Il periodo di raccolta delle ortiche è la primavera all’inizio della fioritura ed in autunno nel mese di novembre, in ogni caso prima dell’inizio del periodo invernale. Si utilizza tutta la pianta ed in casi specifici anche le radici. Per questo attenzione a non raccogliere tutte le piante.

Quindi l’ortica si utilizza per l’alimentazione, per la cura della persona, per i trattamenti alle piante secondo la cura con metodi biologici o le colture biodinamiche, per la preparazione di unguenti, creme e lozioni. Per l’utilizzo in agricoltura, si utilizza il macerato in acqua. Si prende la pianta dell’ortica si immerge in acqua per 2-3 giorni quindi il liquido si usa come trattamento fogliare contro gli afidi in alternanza con decotto di equiseto e tanaceto. La parte residua si può tenere in acqua ancora per qualche giorno quindi utilizzarla per irrigazione quale rinforzante delle radici. L’ortica opportunamente si usa anche in agricoltura biodinamica.

L’ortica si usa anche per la cura della persona sia in soluzione alcolica che glicolica. Le proprietà della soluzione idroalcolica sono: diuretiche, depurative, antireumatiche, antiuriche, ecc. La soluzione idroalcolica si prepara mettendo, da 5 ad 8 giorni, l’ortica in alcool puro, quindi filtrando il liquido.

In qualche testo viene riportato che in passato la ortica in alcool, più il nasturzio indiano ed il bosso sempre in alcool venivano utilizzati per la ricrescita dei capelli. Da esperienza diretta posso dire che la formula non funziona. La pianta, fresca o secca, si usa anche come decotto. Il decotto è antinfiammatorio delle vie urinarie e depurativo dei reni. L’ortica in glicole si utilizza in creme ed in shampoo.