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Forme di energia generate da fonti che per loro caratteristica intrinseca si rigenerano in tempi brevi come il sole, il vento, l’acqua, le biomasse, la geotermia e tutte le fonti assimilabili.

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Un esempio di Filiera - Franco Cotana -

Di seguito sono descritte le fasi della filiera, indicando per ciascuna le attrezzature e gli spazi necessari, nel caso di trinciatura diretta delle potature.

La fase di raccolta e trinciatura delle potature di olivo richiede l’acquisto di una macchina trincia-caricatrice sulla quale saranno apportate le modifiche necessarie a rendere la macchina più robusta ed evitare pertanto i tempi morti dovuti a problemi tecnici ed aumentare la vita utile della stessa.

Durante la raccolta si rende necessaria la presenza di un trattore per la movimentazione della macchina e di un camion munito di cassone per la raccolta del materiale cippato, mezzi che normalmente sono a disposizione delle aziende agricole e non gravano pertanto sui costi di realizzazione della filiera.

La fase di trasporto e STOCCAGGIO del cippato dal campo al deposito è realizzata mediante mezzi meccanici (camion, motopala per movimentazione cippato) anch’essi normalmente a disposizione di un’azienda agricola.

Lo STOCCAGGIO prevede la realizzazione di una tettoia per l’accumulo annuale del cippato.

Poiché si stima una produzione annua di circa 750 tonnellate, ed avendo il cippato una massa volumica pari a circa 250-300 Kg/mc, si stima un volume di circa 2.500-3.000 mc e pertanto la tettoia dovrà avere una superficie di circa 600 m2 ed un’altezza di 5 metri.

Tale tettoia dovrà essere realizzata il più vicino possibile alla centrale termica in modo da ridurre al minimo i costi per il successivo trasporto al silos di STOCCAGGIO.

La fase di conversione energetica prevede la realizzazione di una centrale termica costituita da due vani adiacenti:

  • silos di STOCCAGGIO temporaneo del cippato: è un deposito di cippato che è caricato periodicamente e garantisce l’autonomia dell’impianto per un certo periodo di tempo. Considerando che il gassificatore consuma circa 150 Kg/ora e dovrà lavorare almeno 14 ore al giorno, per avere un’autonomia di 2-3 settimane, sarà necessario realizzare un silos di volume pari a 120-140 mc.
  • centrale termica: locale nel quale sarà alloggiato il gassificatore, il motore per la produzione di energia elettrica e tutte le apparecchiature necessarie al funzionamento dell’impianto. L’area della centrale termica è pari a circa 150-200 m2.

La tabella seguente mostra i costi stimati per la realizzazione dell’impianto in oggetto.

 

Pertanto, per la realizzazione della filiera energetica di recupero delle potature di olivo, si stima una spesa sommaria pari a circa 1.000.000,00 €.

I benefici per l’azienda agricola saranno quelli relativi ad un risparmio sulla bolletta dell’energia elettrica e termica, a fronte delle spese sostenute per la raccolta e la preparazione del materiale.

L’azienda agricola potrebbe produrre annualmente le seguenti quantità di energia:

  • Energia elettrica: 750 MWh
  • Energia termica: 600 MWh

L’energia elettrica prodotta sarà presumibilmente superiore a quella necessaria ai fabbisogni dell’azienda, e potrà essere immessa in rete costituendo un ulteriore ricavo oltre ai risparmi della bolletta.

Tutta l’energia elettrica prodotta, sia autoconsumata che immessa in rete, potrà inoltre accedere ai contributi dei CERTIFICATI VERDI, che incentivano la produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile mediante il pagamento di una corrispettivo economico proporzionale alla quantità di energia prodotta da fonte rinnovabile.

L’energia termica dovrebbe essere di poco superiore a quella effettivamente richiesta dall’azienda; l’energia eventualmente in eccesso sarà utilizzata per essiccare la BIOMASSA in ingresso al gassificatore, migliorando il rendimento del processo di GASSIFICAZIONE della BIOMASSA.

L’energia prodotta equivale ad un risparmio in termini da gasolio pari a circa 60.000 litri/anno.

Considerando i ricavi derivanti dalla produzione di energia elettrica, l’ultima finanziaria consente di ricevere un contributo complessivo pari a 0,3 €/kWhe.

Pertanto il ricavo annuo è almeno 225.000 €, ai quali si aggiungono i risparmi sull’energia termica, quantificabili in via cautelativa in circa 50.000 €. Considerando un prezzo di produzione del cippato intorno ai 7 €/q i costi di approvvigionamento sono circa 50.000 €/anno.

Pertanto il tempo di ritorno di un investimento di questo tipo e circa 4-5 anni, pertanto estremamente conveniente.

La tabella 4 riassume l’analisi economica descritta.

 

I principali benefici ambientali, sociali ed economici sono di seguito descritti.

Benefici economici

I benefici economici si riverseranno sulle aziende olivicole che impiegheranno tale filiera.

In particolare, si evidenziano quattro tipologie di benefici economici:

  • risparmio delle spese per lo smaltimento dei residui di potatura;
  • risparmio delle spese per la CORRENTE elettrica, il riscaldamento e il condizionamento in virtù della sostituzione dei vecchi impianti con i nuovi alimentati a biomasse, che non costituiscono un costo, essendo i biocombustibili scarti di lavorazione;
  • possibilità di ricavo dalla CONCESSIONE dei CERTIFICATI BIANCHI per la produzione di energia termica da fonte rinnovabile in misura equivalente ai m3 di METANO non consumati dall’utenza;
  • possibilità di ricavo dalla CONCESSIONE dei CERTIFICATI VERDI per la produzione di energia elettrica da biomasse (0,30 /kWh se l’impianto è al di sotto di 1 MWe ed il bacino di approvvigionamento delle biomasse è al di sotto dei 70 Km).

Benefici sociali

Una tale filiera energetica è di fondamentale aiuto per una necessaria campagna di sensibilizzazione dei cittadini nei confronti delle energie RINNOVABILI.

L’immagine che l’azienda agricola può dare di sé può essere di spunto per altri imprenditori locali a dare vita a progetti similari o anche a consorzi di aziende con possibilità di dividere le spese per i macchinari; di conseguenza, vi sarà necessità di forza lavoro per la realizzazione delle opere civili, per la realizzazione dell’impianto e per il funzionamento e la manutenzione dello stesso.

Benefici ambientali

I benefici ambientali derivanti dall’attuazione di tale progetto riguardano una netta diminuzione degli inquinanti emessi in atmosfera. Infatti, le normali CALDAIE a GAS NATURALE o gasolio, non funzionando in continuo, hanno grossi problemi di combustione che si riflettono nella elevata produzione di OSSIDI DI AZOTO NOX e monossido di CARBONIO CO.

Nel caso del gassificatore, non contenendo il materiale legnoso elevate percentuali di azoto ed avendo un funzionamento pressoché in continuo, la produzione di sostanze inquinanti è fortemente ridotta, con relativo beneficio per l’ambiente.

La filiera di recupero delle biomasse residuali rappresenta un settore di fondamentale importanza in quanto consente di recuperare biomasse senza impegnare il terreno per colture energetiche, trasformando i residui da materiale di scarto gravato da costi di smaltimento, a prodotto energetico.

Pertanto lo sviluppo di una filiera di questo tipo consentirebbe la produzione di una certa quantità di energia rinnovabile da biomasse senza l’utilizzo di terreni, parallelamente allo sviluppo di altre filiere (cippato da short rotation forestry, olio vegetale da girasole o colza, BIOGAS da mais o sorgo) che invece richiedono ingenti superfici, entrando peraltro in contrapposizione con la tradizionale coltura food.

Il recupero delle biomasse residuali rappresenta pertanto un’opportunità per valorizzare le colture tipiche italiane, come uliveti e vigneti che, occupando diversi milioni di ettari, contribuirebbero ai fabbisogni energetici di molte aziende agricole, che acquisirebbero inoltre un ulteriore valore aggiunto di tipo ambientale.

Un esempio di Filiera
co-Autore Ing. Gianluca Cavalaglio