L'inabilità dei genitori di rispondere all'impietosa domanda dei propri figli, "Come sono morti i dinosauri?" è un fatto ben documentato. L'imbarazzo sta per finire.
La storia comincia a Gubbio, non proprio con il Cantico delle Creature ma con un messaggio cosmico che, decifrato dagli esperti, può averci portato a sentire il canto del cigno di una creatura: i dinosauri appunto.
Nel 1980, il fisico L. Alvarez (Premio Nobel), il geologo W. Alvarez (suo figlio) ed i chimici F. Asaro e H.V. Michel, scoprirono alte concentrazioni di iridio a Gubbio; la stessa scoperta venne poi fatta in Danimarca ed in Nuova Zelanda.
Poiché l'iridio è assai comune nei meteoriti ma non nella CROSTA terrestre, si concluse che tale elemento era stato portato sulla terra da un bolide meteoritico. Poiché la stratigrafia indicava che tale evento avvenne circa 65 milioni di anni fa, il cosiddetto K-T, Cretaceo-Terziario, (quando appunto sparirono i dinosauri), l'aggancio fu immediato.
Un impatto cosmico, fine gloriosa, spazzò via questi giganti che avevano dominato la terra per 200 milioni di anni. Ma poiché i bolidi che impattano la terra hanno la cortese abitudine di lasciare un cratere (vedasi la faccia butterata della Luna), dov'è tale cratere?
Nel 1981, i paleologi G .T. Penfield e Z. Camargo suggerirono che le anomalie magnetiche e gravitatorie da loro scoperte nella regione nordovest della Penisola dello Yucatan (Messico) erano prova della presenza di un grande cratere sepolto, quello appunto di 65 milioni di anni fa. Tale cratere (ora noto con il nome Maya di Chixulub) è così divenuto oggetto di intensi studi.
Tre geologi americani (K. Pope, K.H. Baines e A. Ocampo) ed uno russo, B.A. Ivanov, hanno proposto uno scenario ancor più dettagliato dell'evento cosmico del K-T.
Il bolide arrivò con una velocità di 10-20 km al secondo, tipico di un asteroide, lasciando un cratere attorno ai 240 km diametro.
Il fatto più significativo e singolare è che la regione impattata (come si è appreso dalle esplorazioni dei pozzi petroliferi della regione), è per il 60% solfato di calcio, dallo spessore di circa 700 metri vicino al bordo del 4 cratere e di 1500 metri al centro del medesimo.
Risultato dell'impatto? Dai 40 ai 700 miliardi di tonnellate di zolfo immesse nell'atmosfera, sopratutto come SO3 ed in minor misura, come SO2.
Studi teorici, corroborati dalle osservazioni dell'impatto della Cometa Schomaker-Levy su Giove, hanno indicato che tali giganteschi pennacchi si innalzano fino alla stratosfera e data la grande velocità iniziale, poco ricade attorno al cratere stesso.
In poco tempo una coltre di zolfo avvolse uniformemente il nostro pianeta, ad essere esatti, non nostro, ma dei dinosauri. Cosa successe a questo zolfo?
Lo SO3 venne rapidamente convertito in aerosol di acido solforico (H2SO4 , ricordate le piogge acide?) attraverso i quali la luce solare ha difficoltà a passare.
Poiché la fotosintesi, il magico processo che trasforma l'energia solare in zuccheri, cessa di funzionare quando tale radiazione è ridotta a circa un centesimo, bisogna calcolare la durata di tale effetto.
Il risultato degli scienziati di cui sopra è assai nefasto: per 6-9 mesi ci fu in effetti tale black-out, con temperature gelide. Addio fotosintesi, ed addio dinosauri che per loro sfortuna erano principalmente erbivori.
Ma anche se non lo fossero stati, il crollo del processo fotosintetico avrebbe depauperato il sostegno dei mammiferi in ogni caso.
Lo scenario è più che dantesco: all'immolazione della vegetazione terrestre su scala globale, fecero macabra cornice tsunami giganteschi (quello che divise il Mar Rosso di Mosejiana memoria fu assai più modesto poiché causato da un vulcano che può aver emesso dell'ordine di 20 milioni di tonnellate di zolfo, come ha fatto il recente Pinatubo nelle Filippine), rimescolamento caotico negli oceani, cosa letale per il fitoplankton, piogge acide, diminuzione della fascia dell'OZONO troposferico, con conseguente arrivo della malefica radiazione UV, etc etc.
Si calcola anche che per un periodo di almeno dieci anni il cielo fu perennemente coperto da nubi anche se il Rubicone fotosintetico era ormai dietro le spalle.
Così finì la gloriosa permanenza dei dinosauri sulla terra. Se abbiamo trovato una risposta per le giovani menti inquisitive, siamo noi ora a farci delle domande a cui non sappiamo rispondere. Ne farò solo due.
Cosa direbbe Darwin di tutto questo? Lui, padre della catechesi più rivoluzionaria sui problemi evolutivi, lui che ci insegnò che l'evoluzione è un "fair game", una competizione leale, in cui sopravvive il più idoneo, il più consono, e che quelle specie i cui geni non si adattano, spariscono.
Ma i dinosauri non sparirono per colpa di geni cattivi ma per una sfortuna nera, pura e semplice, si trovarono al momento sbagliato nel posto sbagliato, tutto lì. Darwin ha torto? No.
Estinzioni come quelle descritte operano al livello delle specie, delle famiglie e delle classi, mentre i processi Darwiniani operano a livello di una singola specie. Non c'è dubbio però che dovremo ora aggiungere ai processi Darwiniani anche quelli di origine cosmica, catastrofica, anche se questo non ci fa molto piacere data la loro natura imprevedibile o quasi.
Seconda domanda, meno intellettuale. Ma se è successo ai dinosauri, non potrebbe succedere anche a noi? Gli ottimisti dicono che poiché non c'è stata finora alcuna vittima umana direttamente imputata ad un fenomeno cosmico, il pericolo è minimo o non c'è.
Non proprio. Il famoso evento del 30 giugno 1908 in Siberia (Tunguska) fu causato da un bolide che esplose all'entrata nell’atmosfera terrestre. La sua potenza era equivalente a mille bombe di Hiroshima.
Per migliaia di chilometri, tutti gli alberi vennero spazzati via dall'onda d'urto che si produsse. I passeggeri della Transiberiana udirono il boato a 350 km di distanza. Non ci furono vittime.
Ma è bene ricordare che la terra ruota su se stessa e che se il bolide fosse arrivato sei misere ore dopo, la città di Pietroburgo sarebbe stata obliterata dalle mappe geografiche.
Ma allora, viene da chiedersi, se il bolide del K-T fosse arrivato sei ore prima o dopo, sarebbe caduto negli oceani, sparito per sempre nei fondi marini o se non fosse caduto in una zona non ricca di zolfo, i dinosauri non sarebbero forse spariti?
Avremmo potuto co-abitare il pianeta con loro? Abbiamo forse scelto il pianeta sbagliato? Come dice uno spiritoso graffito: These days, good planets are hard to find.